Carnevale pandemico

Anche quest’anno, puntuale come la dichiarazione dei redditi, è arrivato il carnevale e si sa che per i brasiliani è una cosa seria.

Purtroppo però, a causa della pandemia di covid, anche quest’anno le scuole di samba non riempiranno i sambodromi di Rio e San Paolo, a Recife non canterà o galo da madrugada, a Olinda non sfileranno i bunecos allegorici e ad inizio anno tutte le capitali e le maggiori città, chi prima chi dopo, hanno cancellato il cosiddetto carnaval de rua, per non gettare benzina sul fuoco della terza ondata di covid. I festeggiamenti stanno quindi passando abbastanza in sordina per il secondo anno consecutivo, anche se rispetto all’anno scorso sono state permesse le feste in club privati, con non poche polemiche perché ovviamente non sono proprio per tutte le tasche a differenza del carnaval de rua.

La scuola di Attila ha cercato di mantenere la tradizione organizzando un bel programma di attività a tema per la settimana di pré carnevale con le seguenti attività: racconto di storie a tema, workshop di strumenti musicali con materiale di recupero, workshop di abadá (indumento, in questo caso una maglietta personalizzata), ballo in maschera (Attila si è travestito da Spider Man con tanto di ragnatela) e infine desfile de brasilidade (sfilata di brasilianità) in cui i bambini hanno indossato l’abadá e suonando gli strumenti da loro creati. Quest’anno la sfilata non è stata aperta al pubblico, ma ricordo ancora con molta saudade quella del 2020 in cui i bambini sfilavano con le loro magliette impiastricciate di tinta, piume colorate e glitter (il carnevale brasiliano è pieno di glitter, talmente tanti che se va bene te ne sei liberato dopo Pasqua) suonando delle maracas fatte da loro, dietro alla portabandiera della classe come se fossero al sambodromo.

Dal canto mio ho cercato di tenere alta la tradizione italiana friggendo cristoli e lupini ferraresi come se non ci fosse un domani; se vi fa piacere qui il link alla ricetta.

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