Pane, Novela e Futebol

santos andrade
Sui gradini dell’università – Foto di Elena Rosestolato©

O forse dovrei dire “arroz e feijão”, novela e futebol. Riso e fagioli è la combinazione che sta alla base della dieta dei brasiliani che ne vanno matti, più o meno come un italiano non vive senza pasta (perlomeno nell’immaginario collettivo) un brasiliano non vive senza riso e fagioli. Questa passione culinaria è seguita a ruota da altre due: le “novelas” e il calcio – o, come lo chiamano qua, “futebol”, che viene invocato anche nella vita di tutti i giorni, sotto forma di metafora, per spiegare concetti secondo alcuni più complessi.

Ed è così che può capitare di sentire due compagne di corso parlare di una tal persona come se fosse una loro cara amica, salvo poi scoprire che in realtà si tratta della protagonista della “novela das onze” (si perché a partire dalle cinque del pomeriggio ce n’è una ogni ora, fatta eccezione dell’orario del tg), di essere sul taxi alla periferia di São Luis do Maranhão e vedere il conducente che accende la tv per guardare quella delle cinque, o di essere in fila per la visita della patente e ritrovarsi a guardare quella delle sei (pur non capendoci nulla). Sì, perché in ogni sala d’aspetto che si rispetti c’è un televisore, persino al pronto soccorso o dal ginecologo, dove puoi comodamente assistere alla partita di Champions assieme al tuo feto prima di fare l’ecografia. Del resto la passione dei brasiliani per il calcio è talmente grande che per i mondiali del 2014 le aziende chiudevano nei giorni delle partite della nazionale, in modo che tutti potessero godersele con gli amici; e poco importa se si è perso 1-7 contro la Germania: I FUOCHI LI SPARIAMO LOSTESSO, ormai li abbiamo comprati, E I MUSI LUNGHI DA LUTTO LI TENIAMO PER DOMANI.

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